venerdì 22 agosto 2008

Storie di mare

Ecco... non e' una grande storia. E' mezzanotte. Sono a Bali, all'aeroporto, impaziente di volare a casa e di fare una sorpresa ad Esmeralda ed a Speranza, di arrivare a casa domani mattina (che e' sabato e non si lavora) quando sono ancora a letto. Mmmm... infilarmi sotto le lenzuole ed abbracciarle perche' so che dormono insieme. E poi magari dormire anche un po', come non ho fatto da tempo.Sono sceso per 1650 miglia e per 17 giorni. La mia sacca... spero solo che non la aprano al mio arrivo all'aeroporto di Perth. Non c'era piu' dentro nulla di pulito o almeno di asciutto. Sarebbe imbarazzante.E come sempre ho imparato alcune cose nuove e re-imparato tante cose vecchie che mi dimentico sempre: il mare e' faticoso e pericoloso, la gente e' difficile e pericolosa. E sono entrambe anche belle cose se le si prende con un po' di pazienza e tanta passione.Mentre cercavo di dormire negli intervalli tra una veglia e la veglia successiva, ho pensato come non pensavo da tempo, lunghe cose che avrei scritte (perche' ne avevo il tempo) se avessi avuto un computer e se il mare non mi avesse sbattuto senza tregua da una fiancata all'altra di Asia Spirit. Frasi argute. Pensieri profondi. Sonni deformati dallo stato di veglia.E adesso, qui all'aeroporto so che non scrivero' niente di questi pensieri, dei miei giudizi taglienti, della mia voglia di ritornare a casa in Australia o perfino in Italia.

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