sabato 2 agosto 2008

Fremantle

Ecco, mutazione genetica avvenuta. Adesso le cose si fanno sul serio.

Dopo il ristorante ed i coltelli affilati, dopo il taxi di ebbri nottambuli, aborigeni rancorosi e signore solitarie, dopo mesi e mesi di testardi progetti incompiuti, finalmente mesi per mare, spinti dal vento nelle acque dell’Arcipelago dei Bucanieri, di giorno e di notte, su fondali bassi irti di mangrovie, tra i serpenti, i coccodrilli e i pescecani, nelle terre bruciate e solitarie delle riserve indigene, coperto d’olio del motore e di tagli delle rocce e del corallo.

Speranza cresce, mi manca quando sono in viaggio con un dolore dolce. Mi riempie di risate e di entusiasmo quando finalmente l’abbraccio.

Ed io rinasco. Ancora con pesi del passato nel cuore. Ancora con la mia età che avanza e mi spaventa. Ancora con i miei occhi deboli che forse mi abbandoneranno a mezzo del cammino. Ma con una stanchezza nuova nel corpo e nella testa. Una stanchezza normale, naturale, non senza giustizia.

E se poi le cose finiranno, se il cammino sarà incompiuto... ma quale cammino non sarà incompiuto, che importa. Speranza ha la vita davanti a sé, Federico è per mare, Esmeralda è più giusta e più buona di quanto non avessi mai pensato (e gelosa, questo sì, ma una donna è una donna). E ho reciso legami divenuti odiosi.

Non sarebbe poi un brutto momento per finire. Né per continuare.

Grazie al Dio sconosciuto. Grazie al grande spirito del mondo che respira nelle aquile e nelle tartarughe di Talbot Bay, e nelle sinagoghe e nei miei libri, e nella mia chitarra e nei poeti e negli occhi che ridono di una bambina di venti mesi, e nel corpo disfatto di Fleba il Fenicio.

Tra quattro giorni parto per la Malesia, col monsone diritto sul naso ma un compagno che sa il fatto suo. A sfidarmi col vento.

1 commento:

cristina ha detto...

caro amico marinaio, che il buon vento ti accompagni, un bacio a Speranza