mercoledì 24 gennaio 2007

A giocare col fuoco...

Corso antincendio per navi mercantili.
Bene. Un buon corso, con le mani impegnate insieme alla testa ed al cuore. Non più solo la solita coperta per spegnere la pentola con l’olio che brucia, o l’estintore da 30 secondi per il fuocherello nel bidone, ma fiamme rombanti a pochi centimetri dalla punta del tuo naso, getti incrociati di estintori, lavoro di squadra per avanzare tra le fiamme ed entrare in containers in fiamme per cercare feriti nella fumosa oscurità bollente, strisciando al suolo per evitare la temperatura insostenibile del vapore, calandosi nel buio più nero di un boccaporto, il cui calore passa le protezioni, brucia le orecchie che forse sporgono dalla maschera, cercando di non perdere il contatto con il tuo compagno gridando nel frastuono dell’allarme e del tuo cuore, strisciando tra il caos di oggetti caduti, tra pericoli imprevisti e prevedibile ansiosa fretta. E poi l’ingresso nella stanza del fuoco, uno dopo l’altro, con il grosso erogatore pronto a scaricare una nebbia che si trasforma in vapore bollente tutto attorno a te, e soffoca le fiamme con la stessa facilità con cui soffocherebbe te, e ti brucerebbe. E poi tutto ridiventa nero. E respiri sorsate lunghe di aria calda che quasi non dà refrigerio, e questo portellone che si sarà dilatato il maledetto, e scotta anche se lo abbiamo appena inondato di acqua, e non si vuole aprire, e hai dieci minuti di aria nella bombola e accidenti come cavolo si apre questo maledetto?
E hai troppa fretta per pensarci, ma anche senza pensarci lo sai che tutto attorno c’è di tutto ma non ossigeno, e che se la tua aria dovesse finire non sopravviveresti due minuti, e allora dai un colpo più forte e la leva pesante della porta in metallo si muove.
Ed esci tu barcollando e ti strappi la maschera per respirare un po’ d’aria, ed esce la tua squadra, ed esce – ultimo – il pompiere che stava dentro pronto a portarti fuori se le cose fossero andate storte.
Ma no, non sono andate storte. Non è andato tutto bene, ma nemmeno male: il corso è finito e il nostro esame anche.

Da domani per due giorni il corso di “Tecniche di sopravvivenza personale” in mare. E tra quattro mesi, se tutto va bene, il corso antincendio avanzato, in cui i pompieri stanno un po’ più lontani e in cui devi fare tutto da solo, come sarebbe in mare, nella tua petroliera in fiamme.

Ecco Cristina gentilissima, ti racconto la mia vita di studente modello e fuori età. E gli effetti imprevisti della letteratura nella testa degli uomini.

E un altro giorno è andato.

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