lunedì 4 dicembre 2006

L’infinito andar del tempo

È già passata una settimana. Esmeralda e Speranza sono tornate a casa e ci stiamo organizzando per una nuova vita quotidiana. Molto lavoro, sonno disturbato (era già in conto) e tanto entusiasmo.

Speranza è piccola e delicata e non sa ancora succhiare bene il seno di sua madre, ma lo riconosce e le piace molto dormirci sopra.

Apre già gli occhi, due occhi bellissimi, lunghi come da noi in Emilia non è dato di trovare, e comincia a guardarsi un po' in giro.

Mangia di gusto, ma bisogna metterle il capezzolo o la tettarella in bocca, perché ancora non ha capito. Se ha fame piange con un pianto in cui non c'è disperazione, ma quasi allegria.

Ha il riflesso di succhiare, ma succhia qualsiasi cosa. Se le metti una goccia di latte sul labbro, si succhia il labbro inferiore con impegno, o la mano, o la coperta.

A volte, quando la fame l'ha svegliata ma non le dà ancora dolore, si accontenta del calore di un abbraccio e appena la stringi richiude gli occhi e si abbandona come se avesse trovato il proprio posto.

E il mondo attorno a lei sa ancora solo sorridere. Fortunato cucciolo d'uomo! Se è fortuna essere nati della nostra specie.

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