domenica 24 settembre 2006

Italian Club

A tavola. A ballare. Ad ascoltare. In tempi lunghissimi di una gioia non mia, di un lavoro appena travestito da sera. Comincia il mio semestre bianco. Che ci sto a fare qui?

Emigrati pieni di gioia e che spandono un profumo di malinconia: riusciti, meno riusciti, falliti nella vita. Tramonti di chi ancora non sa del tutto dove è casa. Tramonti di chi ha avuto coraggio.

Si incontrano, si salutano, quello che si muove a fatica viene abbracciato da chi si muove ancora, e ricordano i tempi della pesca, o del bosco, o della miniera. Le donne aspettano di ballare.

Una coppia balla. È differente. Balla il suo cha cha cha con movimenti ricercati da balera. Lui è un signore di mille anni con i baffetti e non sorride, ripete con serietà il suo gesto che in altri tempi colpiva le donne. Lei danza nel suo vestito di raso viola, unico colore nella sala. Muove le mani con grazia saputa e impacciata dagli anni. Ogni giro è più lento della musica e si vede che è fatica, fatica perfino di reggersi su due gambe troppo stanche.

Ma ballano un’altra volta, prolungando la vita. Che poi è così per tutti: prolungare un po’ il tempo, e credere che duri.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Strano incontro tra malinconia, coraggio, grazia il tutto in una atmosfera di decadenza.

Unknown ha detto...

Provare per credere... tu vieni a trovarmi che ti ci porto.

Anonimo ha detto...

Mi divertirei un mondo e non perderei un ballo.