Il figlio e fratello sopravvissuto ci racconta la sua storia di vecchio. Quante volte l’ha raccontata? La storia di un bambino sotto il letto; la storia di una madre, di un padre e di un fratello gettati nelle foibe presso a Fiume. Foto di un altrà età.
E racconta in una lingua sua che a tratti non capisco, in una sintesi estrema che non è più un racconto ma un lamento, della sua vita di orfano iugoslavo, di emigrato, di anni di ricerca ostinata, di interviste, di lettere e di paura. Di un suo libro non stampato raccolto con amore e con odio.
E con le tre medaglie sul petto piange di affetto insoddisfatto e di memorie.
Poi ci racconta della sua giustizia. Del colpo al cuore del figlio di un assassino, ignaro delle colpe del padre, al sentire la sua verità svelata. E per la prima volta sorride.
L’umanità ha un peccato nell’anima.
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