venerdì 10 marzo 2006

Onde

Onde sonore, onde del mare, onde radio. Il mondo è increspato. Gli uomini anche, partecipi della natura ondulatoria della realtà cambiano opinione con ritmo costante. Vico, corsi e ricorsi, eterno divenire ed eterno ritorno.

Una delle cose interessanti a proposito delle onde, almeno di quelle del mare, è che l’acqua davvero non si muove. Resta lì piantata a rotolare su se stessa. Il grande movimento che colpisce con la sua forza non c’è mica, è una bufala!

E l’Italia è un po’ così. Tutti a seguire il moto ondulatorio delle opinioni che ci stordisce e ci culla, ci ipnotizza, anestetizza, addormenta. E non si cambia che poco, pochissimo.

Così le parole d’ordine della politica vanno e vengono, in una maniera quasi insulsa come le parole d’ordine della pedagogia (non c’entra mica molto, ma i pedagogisti mi danno un fastidio tutto speciale, perdonatemi un’altra idiosincrasia).

Il mio intuito mi dice che il Centro-Destra perderà queste elezioni nonostante la rovinosa campagna elettorale della sinistra perché gli errori di questa legislatura sono stati pesanti nel campo specifico di un governo di centro-destra, che è la politica economica. O almeno così sembra perché gli ultimi anni non hanno ridato allo sviluppo quell’impulso che crea ricchezza ed ottimismo, come aveva saputo fare Margaret Tatcher in Gran Bretagna nei giorni del suo successo.

E allora il mio intuito mi dice che la nuova primavera della parola “liberale” che abbiamo conosciuto in questi anni sta per finire anche lei. Nell’incertezza del risultato elettorale, sento però già un odore di passato. E, onestamente, mi dispiace.

Vergin di servo encomio e di codardo oltraggio, alzo la voce adesso e prendo anche io una posizione: IO SONO UN LIBERALE.

Un liberale di sinistra? Forse. Un liberale progressista? Sì. sì, sì! Che crede che il mondo sia perfettibile se ci si mette all’opera con buon senso e senso pratico. Antitotalitario, antistatalista, antinazionalista, pragmatista (parlo della filosofia americana). Perché nella mia filosofia politica la cellula naturale che resta quando tutto è ridotto ai minimi termini è l’individuo, con i suoi bisogni e la sua psicologia. Perché gli organismi collettivi più o meno naturali che popolano la storia sono risultati di equazioni in cui gli individui sono le cifre: gli stati, le chiese, le poleis, le bocciofile, le filarmoniche, i partiti... I diritti discendono dai patti, i doveri discendono dai patti, il bene forse no, forse quello discende dalla natura delle cose. Ma non ne sono certo.

Lo so che l’ho sparata grossa. Lo so che non è chiaro quali conseguenze politiche derivino da una scelta di campo così, fatta in passato da Hobbes l’assolutista, da Locke il liberale, dall’anarchico, dal nichilista, dal moderato.

Ma sono cose che vanno dette, perché in pochi altri Paesi dell’Europa Occidentale una tradizione liberale acuta e promettente come la nostra è stata spazzata via dal fascismo, dal socialismo, dal comunismo, dal “democristianesimo”, dalla Chiesa, dai teorici dell’organicità dell’individuo.
Italiano, sapere aude, abbi il coraggio di essere libero.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

è difficile capire come esercitare la propria libertà attraverso il "voto"...

Anonimo ha detto...

non è mica così originale essere o dichiararsi liberali. oggi lo sono tutti. anche Bertinotti. quando parlavo della parabola discendente del sessantottismo italico parlavo proprio di questo. chi era maoista da piccolo si risveglia "liberale" da grande.
a proposito del liberalismo è uscito in Italia un bel libro, di quelli seri, documentati ed impegnati (ed infatti è alla seconda edizione dopo appena tre mesi). si tratta della "controstoria del liberalismo" di Domenico Losurdo.

Anonimo ha detto...

non sarei capace di riassumere il libro, ho dei limiti anch'io. ma il succo della questione è questo: il liberalismo ha effettivamente operato per conquistare spazi di libertà contro l'assolutismo: il problema è che, in generale, questi spazi di libertà non sono mai stati intesi a livello di "universale", bensì solo come limitate a determinate "caste". così negli USA la libertà e la costituzione valevano solo per i bianchi anglosassoni, non per i negri e gli indiani; così in Inghilterra i privilegi liberali erano appannaggio solo della classe dei ricchi, poi della gentry, poi dei capitalisti.

Anonimo ha detto...

è un libro interessante, che varrebbe la pena leggersi prima di dichiararsi liberali. ma attenzione: non è un libro stupidamente antiliberale. anzi, alla fine del saggio Losurdo loda il liberalismo perché, nonostante tutte le atrocità di cui si è fatto carico (colonialismo, schiavitù, sfruttamento), è riuscito a trasformare e costantemente reinterpretare se stesso, tanto da diventare bandiera anche degli oppressi contro gli oppressori. tutto ciò a differenza del socialismo reale e di altre amenità comuniste.

Anonimo ha detto...

conscio comunque del fatto che, nonostante la lettura del libro di Losurdo (se mai lo leggerà) Vittore continuerà a dichiararsi liberale accettando anche l'eredità cupa del liberalismo, io continuerò a dichiararmi orgogliosamente COMUNISTA. l'unica differenza, caro Vittore, è che tu ti sei schierato con i vincitori. io no. io non ho paura dell'ostracismo che oggi circonda la parola comunismo.
tu stesso nel tuo messaggio hai messo insieme comunismo e fascismo. io ci rifletterei bene prima di fare certi accostamenti. se ti sentissero, i partigiani che ancora vivono (meno male!) nella tua rossa Emilia e che hanno combattuto il fascismo di Salò si strapperebbero le vesti. loro uguali ai fascisti? boh...

Anonimo ha detto...

comunque non credo che l'onda lunga del liberalismo si stia esaurendo. più che onda lunga del liberalismo, la chiamerei onda lunga della reazione. rifletti, Vittore: molti dei fenomeni che osserviamo oggi sono conseguenze del fallimento del sistema sovietico e degli effetti positivi che esso aveva provocato nel capitalismo occidentale (senza il pericolo rosso, altro che welfare state e modello fordista! altro che operai compartecipi dei profitti dei padroni! i co.co.pro. di oggi se ne stanno accorgendo sulla loro pelle, ma gli manca la capacità di analisi). caro Vittore, mi sembri uno di quei rivoluzionari tedeschi entusiasti per la rivoluzione francese, entusiasti per napoleone, e poi complici della restaurazione. non so se sei un liberale. forse sei un reazionario. ma non te la prendere...

Anonimo ha detto...

Ciao ciccio
credo che spingerò la mia mamma a leggerTi dato che lei è da sempre "disperata" per questo figlio filo comunista... anche per me in realtà assurda no global come mi definisce!
I punti di vista sono curiosi come vedi!

Anonimo ha detto...

Non ho letto il libro in questione, ma non mi pare che il Losurdo brilli di originalità, antiamericanismo consueto, chiama "farsa giudiziaria" il processo dell'Aia a Milosevic, sostiene che i campi di concentramento sono un'invenzione americana e ho il sospetto che anche in questo lavoro, si parlerà di America, razzismo, KKK e sfruttamento degli schiavi in termini di fallimento storico dell'attuazione del pensiero liberale. Effettivamente, in questo è molto vicino all'attuale (e passato) pontefice, abbattuti i muri, "sconfitto" il comunismo, il grande nemico ora è il relativismo, cioè uno degli aspetti principali del movimento liberale.

Anonimo ha detto...

Nel considerare abbastanza di cattivo gusto il riferimento a Milosevic, lasciato morire in cella proprio ieri, non vedo in cosa la difesa del presunto "relativismo" del pensiero liberale abbia a che vedere con il KKK, con la schiavitù e con i campi di concentramento (invenzione che in realtà Losurdo ascrive, com'è corretto storicamente e da nessuna parte negato, ai soldati di Sua Maestà britannica nel corso della guerra anglo-boera del 1902).
Francamente non vedo nulla di meno "relativista" della presunta cultura liberale odierna, fatta di nuovo fondamentalismo del mercato, di feticismo della merce, di assolutizzazione del contrattualismo (ossia della prevalenza del più forte, fisicamente ed economicamente, sul più debole). Ma questo discorso non ha nulla a che vedere con quello che io dicevo a Vittore. Lo invitavo a riflettere sui reali contenuti del "liberalismo".

Anonimo ha detto...

Ecco qua, uno stralcio del pensiero link.

Lasciato morire... sei proprio buffo, ciccio. :)