giovedì 23 marzo 2006

Euskal Herria

Euskal Herria, terra dei Baschi: una ricchezza della nostra Europa, con il suo albero a Gernika, con la sua lingua strana che schiocca suoni così poco latini, con la sua storia, con la sua ostinata identità che scavalca la frontiera tra la Francia e la Spagna.

Ci sono stato poco, un paio di volte di passaggio ed una volta a casa di un’amica, una collega spagnola. In città così poco liete e così spaventate, senza l’allegria del Mediterraneo, senza spensieratezza.

E sempre, come sempre mi capita, il mio cuore partecipa al desiderio di identità d un popolo e inorridisce al cinismo brutale di chi esplode le bombe. E così non sono in sintonia nei Paesi Baschi, non lo sono (stato) in Irlanda, non lo sono quasi mai.

Ma l’Eta si ferma. Per il momento dice basta. Grazie! Grazie all’ETA e grazie anche agli Spagnoli di buon senso. È una occasione per celebrare. È una occasione per rimetterci a pensare con libertà ad una Europa con tante facce, tante lingue, tanti nomi, in cui i confini degli Stati nazionali del XIX secolo valgono per quello che valgono, che è abbastanza poco.

Stati nazionali che spero di veder sgretolare giorno dopo giorno, non troppo lentamente, per ridarci in pochi anni un’Europa ricca di diversità e senza veti nazionali, per una costituzione europea migliore, per essere orgogliosamente Emiliano di lingua Italiana, o Catalano, o Basco, o Parigino. Per sentire l’odore di libertà che ci danno i fiori che nascono nelle crepe che si aprono nei vecchi muri. Finché ancora ho narici per respirare profumi.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ezai Emana, Ezak Eanam- Antico detto basco: chi da negatività, riceve negatività. Forse questa è la volta buona... Troppo presto per dire milesker a ETA, troppo presto per dire gracias al governo Vittore. Ma è un inizio. Ci sono più di 30 anni di annimosità, brutalità, torture, e morte di innocenti da risolvere. E nel fra tempo l'albero è morto. Un tronco secco e triste. ma i fiumi scoronno, la gioia anche. La speranza continua. Johanna

Unknown ha detto...

E' presto. Ma se fosse vero sarebbe un peccato ritardare. Ti abbraccio mia dolce Johanna

Anonimo ha detto...

forse, solo forse, è un segno positivo, di speranza, di costruzione di quell'europa bella e "multiculturale" che tutti sognamo... tu jo per prima europea come pochi e a momenti terribilmente inglese, charmante francese, meravigliosamente italiana... ad entrambi propongo almeno un brindisi virtuale alle future gens europee (e non solo) e stappo con voi una bottiglia di chateau lafitte!
e fratellino... la Jo lo sa già, da settembre avremo qui una graziosa fanciullina Australiana per un anno scolastico (intercultura) in tuo onore e per ravvivare il nostro legame con questo paese curioso.
un abbraccio a tutti e due!

Unknown ha detto...

Teresa, grazie per il bicchiere di Chateau Lafitte! Ma il tuo blog che fine ha fatto?