giovedì 2 febbraio 2006

Ancora sul Razzismo 2

Razzismo anti-negro

Ma insomma, si puo' pensare che non conti. E' vero che gli Italiani sono pelosi e pelati, e a volte anche un po' scuretti, ma siamo pur sempre sostanzialmente ed inequivocabilmente "bianchi". Il razzismo pericoloso e' quello per gli altri. Il razzismo tipico, vero, e' quello contro i neri, le persone di pelle scura.

Per un caso della vita, la persona che mi e' stata piu' vicina in questi anni di Australia, una persona che mi sta molto a cuore, e' negra. Mista, ma piu' o meno negra. Cosi' ho chiesto a lei e ad altri amici che cosa ne pensavano del razzismo in Australia. Le risposte sono diverse. A volte contrastanti.

Esmeralda dice che il razzismo esiste ma che lei personalmente non si e' mai accorta di essere stata discriminata. Credo che pensi che questo sia dovuto al fatto che lei e' una persona "in gamba" e che le persone in gamba non sono ostacolate da piccoli svantaggi di partenza. Un'altra amica mozambicana dice che il razzismo non esiste proprio. Sua sorella (anche lei mozambicana, naturalmente) dice di si e che lei si sente "guardata". Personalmente credo che la gente la guardi perche' e' molto bella, e glielo ho anche detto (a proposito degli stereotipi sui maschi italiani), ma puo' essere che mi sbagli.

E' difficile mettersi dal punto di vista di qualcun altro e forse mi sfugge l'essenziale. Ma a me pare che l'incertezza nella identificazione di un problema da parte delle stesse persone che sono naturalmente piu' sensibili e piu' all'erta faccia pensare che il problema sia contenuto nei confini della normale relazione tra "diversi". Soprattutto se lo confronto con la mia vecchia cara Italia.

Scusate se lo dico con brutalita', cari connazionali. Spero di non offendere nessuno: in Italia i negri sono numerosissimi, ma l'Italiano medio li incontra sostanzialmente in tre circostanze: nei negozi a fare la spesa, nelle parrocchie perche' gli danno da dormire e lungo i marciapiedi (nella versione femminile).

Non sono rapporti molto significativi.

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Ma devo aggiungere una cosa ancora. Gli Aborigeni sono negri anche loro. Verso di loro esiste discriminazione?

Si, esiste.

Sono tutelati dalla legge, hanno oggi riconosciuti diritti diversi e un po' superiori a quelli degli altri, hanno piu' assistenza, hanno riserve territoriali grandi come l'Italia gestite in autonomia, hanno le loro lingue insegnate nelle scuole, hanno una facolta' di studi aborigeni in tutte le citta', ricevono il tributo di un omaggio formale all'interesse straordinario della loro cultura, hanno anche una polizia a parte fatta di aborigeni che pattuglia le strade.

Ma questo non cambia niente: nelle zone urbane gli Aborigeni sono dei paria, degli intoccabili. Nessuno fa amicizia, nessuno esce insieme, nessuno fa affari insieme, nessuno si sposa, nessuno invita a casa i loro figli a giocare con i propri. Oddio... qualcuno ci sara', ma pochi pochi.

E' un problema di razza? Credo di no, e forse, quindi, non e' un razzismo vero e proprio. Ma tutti gli altri Australiani: anglosassoni, italiani, greci, indonesiani, cinesi, timorensi, tailandesi, caucasici, asiatici, africani... sostanzialmente si capiscono. Gli Aborigeni non si capiscono con nessuno. Loro non vogliono arricchirsi e non hanno un bel giardinetto davanti a casa. Sono contenti di ubriacarsi spendendo il sussidio di disoccupazione e di fare a botte di tanto in tanto, mettendo in imbarazzo la polizia che non osa intervenire troppo severamente.

Se una mattina facessero come gli altri, se si facessero una bella doccia e andassero a cucinarsi un barbecue lungo il fiume, tutti gli Australiani sarebbero sollevati, si innamorerebbero dellAborigeno e sarebbero contenti di diventare amiconi. Ma ancora non succede, e chissa' se succedera' in futuro.

E' un po' come con i Rom in Italia. Sono li. Un dato di fatto fastidioso. A meno che non siamo coinvolti per motivi di lavoro, ci pensiamo il meno possibile. Se volessero integrarsi, mandassero i figli a scuola regolarmente, non picchiassero le mogli quindicenni, non rubassero, saremmo contenti di recuperare la loro identita' tra le cose belle ed interessanti della variegata esperienza umana. Ma ancora non succede, e chissa' se succedera' in futuro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il problema di questa mancata integrazione non proviene solo dalle differenze somatiche tra le razze, il vedere l'altro diverso per le caratteristiche fisiche, spesso dà luogo ad episodi di razzismo; in ogni caso spesso il razzismo e la mancata fusione dalle razze proviene da tutte quelle abitudini che non riescono a collimare e quindi a fondersi, proprio perchè spesso vi è un forte senso dell'identità e un'idea preponderante che la cultura e gli usi di una razza siano per forza di cose superiori alle altre.
Mantenere una tale posizione porta a questo forte distacco e alla creazione di gruppi che si autoescludono e che vengono esclusi e che hanno non poche difficoltà ad integrarsi, questo accade con gli aborigeni e con i Rom. Ad esempio, salvo alcuni rari casi, ci sono popoli come i Pakistani, i Cinesi, i Filippini che invece riescono bene o male ad integrarsi, e ad entrare nella routine di vita del paese in cui si trovano, pur mantenendo un forte legame con le proprie origini.
Forse si arriverà ad una coesistenza multietnica, ma il vero meltingpot può avvenire solo ed esclusivamente sulla base della tolleranza, intesa però con senso critico e come rispetto dell'identità dell'altro, sia per chi arriva sia per chi è già del posto.
Ps. l'hai letti questi testi:
Remotti Contro l'identità
Fabietti L'identità etnica
te li consiglio
un bacio
elle