domenica 14 giugno 2009



Può essere che in Iran ci siano stati dei brogli tali da rovesciare un risultato a favore del buono Mir Hossein Moussavi in un plebiscito a favore del cattivo Ahmadinejad. Ma visti i risultati ufficiali – 63 contro il 33 per cento – devono essere stati davvero dei brogli colossali. Dobbiamo essere stati davvero osservatori poco attenti per essercene accorti solo quando il risultato delle elezioni è stato pubblicato e ci ha deluso, anzi ci ha fatto paura.
Può essere, e onestamente mi piacerebbe che fosse così, ma probabilmente non è vero. Probabilmente è vero che la maggior parte degli Iraniani ha votato il malandrino Ahmadinejad con le sue sfide all’Occidente ed il suo non riconoscimento di Israele, con il velo obbligatorio e tutti i sacramenti islamici che guai se la pensi diversamente.
L’Iran di oggi è evidentemente ancora così, ed è un peccato perché era stato uno dei primi Paesi mussulmani ad avviarsi sulla via della modernizzazione ed a riconoscere Israele... prima della rivoluzione dei preti del 1979. Ma quando le riforme entrano in conflitto con la pancia dei popoli, spesso non bastano ed i riformatori hanno la vita difficile.
Il problema di queste elezioni è quello della democrazia parlamentare: che lascia decidere alla maggioranza (a volte non proprio illuminata) e riflette le bizzarrie dei popoli. Nel breve termine produce dei risultati che ci sembrano soddisfacenti nei Paesi Occidentali, ma anche qui con alcune bizzarre eccezioni che conosciamo bene. La democrazia dei popoli senza classe produce risultati senza classe. La democrazia dei popoli persi dietro una teologia può produrre apici di illiberalità. Il problema è che la democrazia parlamentare è probabilmente il sistema di governo migliore che ci sia, ma solo se si coniuga con il liberalismo e con una scelta di fondo a favore dei diritti fondamentali dell’individuo. E non è sempre così.
Il problema adesso si sposta. Cosa ci facciamo con questo tipo qui? Cosa ci farà Obama che, come tutti noi, aveva sperato in un effetto a catena di rivoluzioni pacifiche innestate dalla sua apertura fraterna al dialogo? Cosa ci farà Israele (con il mio supporto silenzioso) che si trova alla porta un nemico cattivissimo e forte come non mai?

1 commento:

cristina ha detto...

c'è veramente da aver paura....