venerdì 5 ottobre 2007

Panta rei

Che fatica... uno decide di cambiare, e poi cambiare non è più abbastanza. Cambiare non è mai abbastanza.
E così mi sono fatto un piano per la vita: saper fare praticamente tutto, e poi andarmene come un vagabondo, o un pellegrino, a cercare qualcosa che abbia sapore senza sapere di preciso cosa si cerca. E mi immagino in paesi lontani, tra genti diverse, in case diverse, con voci diverse. In posti dove ti puoi fermare un minuto o una vita, dove la tua testa impara e dove il tuo cuore è diviso tra la felicità e la malinconia.
E come spesso accade è stato più il tempo per la preparazione che quello per il viaggio. In un certo senso. Perché anche il viaggio poi, una volta iniziato, è sempre così: finto. Sembra non vero.
Il viaggio è movimento. Il presente è sempre in qualche posto. Se ti guardi, ovunque tu sia, sembra sempre ora di ripartire.
E così mi preparo a partire indefinitamente.
E mi sono messo tante cose utili in tasca per il mio viaggio. Tante cose che sono pronto a molte evenienze ma contraddico il principio elementare che si viaggia leggeri.
Sono taxista, istruttore di pronto soccorso, subacqueo, velista, maestro, professore, meccanico, cantante, radiofonista, poeta, accompagnatore turistico. Tutto con il mio bravo certificatino o la mia licenza in tasca. So le lingue. E ho un desiderio confuso di fare.
Tra poco faccio un salto. Lo sento. Me lo giuro.

1 commento:

cristina ha detto...

Conoscendoti mi stupisco tu non abbia saltato prima, so quanto ti costa avere la sensazione di rimanere fermo.