mercoledì 3 gennaio 2007

corde

Bene. Un po' di buon senso esiste. L'Italia è attivamente impegnata contro la pena di morte. L’Europa non è invecchiata invano ed ha una sua sapienza che ogni tanto viene fuori. E mi piace molto che la richiesta di moratoria sulla pena di morte sia appoggiata da tutti (ad eccezione della Lega Nord, mi pare di capire, ma quelli lì davvero non contano mica più molto).
E visto dove tira il vento, anche i giornalisti hanno scoperto che forse il defunto Saddam va trattato con almeno una goccia di rispetto. Che bravi giornalisti di regime che abbiamo!
L’uccisione di Saddam è stato un errore morale, politico e storico. Ci risvegliamo dall’imbambolamento ideologico e ci sorgono dubbi. E se sorgono a noi, cosa credete che passi per la testa di miliardi di mussulmani in giro per il mondo?
Anche Bush sembra un po’ meno sicuro di sé, ribadisce che lui se ne lava le mani e che la decisione la hanno presa gli iracheni e specificamente il giudice che faceva il suo mestiere. Ma a Ponzio Bush bisogna dirgli che i giochetti non servono e che la responsabilità non gliela toglie nessuno di fronte alla opinione pubblica del mondo. Che sia stata una mossa saggia (e allora sarebbe “merito”) o una sciocchezza (e allora sarebbe “colpa”).
La guerra è guerra. La guerra segreta è guerra segreta. Entrambe hanno un doloroso costo da pagare e nella storia a volte lo si deve pagare. Entrambe sono pericolose.
Ma questa è un’altra cosa: questo è il presunto regno della Legge e della Giustizia. Questa non è un’azione di emergenza per bloccare un nemico con la spada in mano, ma una tranquilla applicazione dei principi di quello che sarà il mondo che verrà, quello migliore che stiamo costruendo e per cui abbiamo speso uomini, denaro, sangue, noi insieme agli americani. E non sembra un gran mondo.
Una osservazione in conclusione. Le riprese dell’impiccagione di Saddam sono un sacrosanto atto di documentazione. Non so se sono state fatte con cuore pietoso o con cuore pieno di irrisione, ma il risultato è lo stesso: la morte a freddo gela il sangue a chi la guarda. E la morte affrontata con coraggio impone rispetto.
Non è stato un male fare le riprese e non è stato un male metterle su Internet. Se adesso i commenti del Governo Iracheno sono contrarie ed allarmate (come sempre annunciate indagini…), e se anche i nostri telegiornali suggeriscono che si è trattato di una cosa fatta per patologico gusto del macabro, è perché la verità a volte fa paura. E questa verità, oltre a metterci un poco a disagio ed a gravare sulle nostre coscienze di democratici, è anche pericolosa.

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