sabato 30 dicembre 2006

VAE VICTIS

Un sacco d'ossa in più penzola dalla forca. Era un uomo. In fondo un cadavere in più è solo un cadavere in più, è un corpo uguale a quello di tutti. Cosa importa se era un capo di stato? Cosa importa se è morto con la pena dei ladroni o con quella dei soldati?
Non lo so, forse non importa, ma a me pare di sì.
Uno morto giustamente, un tiranno, un dittatore... certo, certo, lo so anch'io. E chi non lo sa?
Intanto la tv ci elenca i suoi crimini, come quando gasava i Kurdi e gli Iraniani con le armi dell'Occidente. E ci racconta degli altri criminali a cavallo tra i secoli, come Milosevich.
Accidenti anche lui stava dalla parte sbagliata, ma sono poprio tonti questi tiranni!
Intanto un cretino di un giornalista fa ironia sottile sulle sue ultime frasi, sul fatto che cerca di fare il coraggioso ma è un uomo distrutto, sul fatto che non si è fatto incappucciare. Ma chi crede di essere questo Saddam? Gioca a fare l'eroe?
E questo verme di un giornalista chi crede di essere lui? Un uomo?
Chissà, forse sotto sotto lo è anche lui. E forse anche il giudice che ha condannato Saddam e che quando un giornalista australiano gli ha chiesto cosa ha provato durante l'esecuzione ha risposto: "Niente... io sono un giudice e giudico. E' il mio mestiere. "
A parte che non ci credo neanche se lo giura, questo signor giudice mi fa venire in mente alcune immortali figure di magistrato descritte sapientemente dal compianto Fabrizio De André. E magari, come ai giudici di De André, non gli farebbe del tutto male starsene per un po' in gabbia con un bel gorilla (veiamo chi è abbastanza vecchio da ricordare...)

I capi di stato hanno le mani sporche, non è una novità. Se Bush perde, ma perde sul serio, non vorrei essere lui il giorno del processo perché ne ha combinate delle belle (spesso con il mio dubbioso consenso). Che gli altri che girano per case bianche, mecche e cremlini non facciano tanto i santi perché non gli crede nessuno.

Non ci sono dubbi, è così da sempre e per sempre. Brenno getta la sua spada sul piatto e si paga quello che c'è da pagare. Anche quando è troppo.

Noto per inciso che quando Livio ci narra la storiella di Brenno, i romani, già sconfitti a suo tempo dal barbaro monarca, percorrevano la Gallia da padroni in su e in giù. La ruota era girata, come sempre gira.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Buon anno anche a te marinaio.
Sono abbastanza vecchia per ricordarmi del giudice descritto da De Andre', autore che mi piace molto.
Cristina