lunedì 30 ottobre 2006

Notte

Oggi dopo l’ufficio ho fatto tutto di corsa, come è un po’ la mia condanna nella vita.

A riempire le bomble, un’immersione con Martino, la barca pronta per uscire con amici. Ma poi a sera c’è un problema e non si va. Io sono a casa, accidenti, ma la barca è ormeggiata al molo (pubblico) e non ci può mica stare.

Tira vento.

Esmeralda smette di studiare e mi accompagna, poi, visto che siamo lì e che la barca è già pronta, un giretto andiamo a farcelo da soli.

È buio ed è lunedì sera. Il fiume dei cigni è deserto. A pochi metri dalla riva si è già soli nel silenzio della notte e le cose viste dall’acqua sembrano diverse. Solo il rumore del nostro motore – abbasso il numero dei giri per riposarmi i sensi – e l’incresparsi dell’acqua davanti alla chiglia.

Non è poi male essere soli. Anzi, è un po’ di magia che ci meritiamo ancora.

A Mosman Park c’è un ristorante lungo il fiume con un pontile proprio al suo fianco.

Esmeralda ti invito a cena. Ti va?

E via! Esmeralda è un frutto maturo, rotondo e delicato, e pesante. Ma si arrampica su e giù dalla scaletta e prepara le cime di ormeggio.

Mi raccomando, stai attenta. Scendi solo se la barca è a fianco del molo, vicina vicina e ferma. Sai che non puoi cadere, adesso.

E lei passa sul molo, avvolge la cima di poppa e trattiene Seawise che - avanti al minimo - stringe la prua contro l’ormeggio. In due minuti la barca è sicura. Pronti per la cena.

Una “cenetta” a due, facendo finta di avere tutto il tempo per noi. Il ristorante è elegante. Io no. Per quello che avevo pensato di fare... ero uscito perfino in ciabatte.

I camerieri ci guadano un po’ sorpresi. Due straccioni. Ma Esmeralda è così incinta che ormai non ci possono proprio mandare via da nessuna parte.

E così ci sediamo, fuori luogo e comodi, e un po’ divertiti. Notte lunga. Buona. Ma la paura non mi passa mai del tutto.

Che Dio ce la mandi buona.

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