venerdì 27 ottobre 2006

Geographe Bay

Ieri sera abbiamo messo il naso al di là di Cape Naturaliste. Il mare cambia all’improvviso e le acque amichevoli di Geographe Bay diventano un confuso ruggire di onde e di vento, onde lunghe che arrivano da lontano, dai mari del quarantesimo parallelo. Nelle cabine tutto finisce a terra. Confusione. Eccitazione che sale ad ogni onda che spinge la barca su un fianco. Mi mancava in questi giorni di “scuola” e di navigazione tranquilla.

Ci siamo girati. Siamo tornati indietro.

Ormeggiati ad Eagle Bay, finché il vento non è cambiato, e ci siamo dovuti adattare all’idea che non si sarebbe dormito un istante.

Via. Issare le vele nel buio. Attraversare la baia guidati solo dalle luci lontane sulla costa, sentendo il rumore del mare sullo scafo senza vedere nell'oscurità. Tre ore di vento per raggiungere un ancoraggio protetto.

Quando ritorno in cabina le mie mani sono così fredde che non riesco a stringere la tazza del caffè.

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Geographe Bay non è una baia qualsiasi. Cape Naturaliste si sporge tanto verso occidente da coprire la costa verso nord dall’onda lunga delle tempeste dell’Oceano che circonda il circolo polare e dalla furia del quarantesimo parallelo.

Cape Naturaliste è un promontorio di rocce scavate dalla rabbia delle onde e del vento, coperto da cespugli bassi e deformi di erbe profumate, con un faro potente che lampeggia il suo avvertimento quando ancora sei a venti miglia di distanza.

Nell’acqua più tranquilla della baia vivono centinaia di delfini che spesso seguono le barche a vela, e che quasi sono un ostacolo quando devi ormeggiare e loro sono lì che girano attorno, e sembra che non capiscano. E sai che non puoi far loro del male, ma ancora ti fai scrupolo di non schiacciarli contro la banchina.

Ed in ottobre di qui passano le humpback whales. Le balene sfiorano la superficie e all’improvviso saltano fuori dall’acqua, e le puoi seguire per un po’, cercando di non perderle quando si immergono, aggiustando la rotta quando escono a respirare. Non ne ho mai viste tante.

Ho provato a fotografarle con il telefono. Lento come solo un essere umano sa essere. Ho fotografato acqua, e a volte un po’ di schiuma.

1 commento:

Anonimo ha detto...

puoi vedere centinaia di delfini e per me è solo un sogno....cristina