sabato 16 settembre 2006

oi barbaroi


Kim Beazley propone di far firmare ai turisti – dico ai turisti – che decidono di visitare questo continente una dichiarazione di adesione ai principi fondamentali su cui si fonda la convivenza civile in Australia. Altrimenti: nisba! Niente visto! E il tema si impone al centro della settimana politica.

Id est: non credi nella eguaglianza degli esseri umani? Vorra dire che non vedrai Ayers Rock e che passerai le ferie al di fuori dei confini, al di là dell’Oceano, nelle terre incognite dove non regna il diritto, rette da monarchi crudeli che governano su popoli selvaggi.

Hai due mogli? Infibuli tua figlia? Fai lavorare i tuoi dipendenti più di 36 ore alla settimana? Non mandi i bambini a scuola? Non hai una democrazia parlamentare?

Chissà dove intende fermarsi il Signor Beazley?

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Mi viene in mente Flash Gordon, con quel razzo con gli alettoni decorati che saliva in cielo verso i mondi in cui gli uomini erano un po’ aquile e un po’ leoni, o gialli e crudeli come i cinesi (l’imperatore cattivo si chiamava nientemeno che Ming!).

Oppure no. Mi viene in mente che “Barbari” è un concetto antico per noi occidentali. Dalle mie memorie confuse mi pare di recuperare l’idea che i barbari erano quei signori che non condividevano la cultura, quelli che non parlavano il Greco ma chissà quale loro vernacolo sgraziato.

Mi viene in mente che abbiamo oscillato sempre tra due impulsi ugualmente forti: isolare i barbari o civilizzarli. O vincerli.

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Mmmm... Kim Beazley è – per chi non fosse aggiornato sulla eccitante politica interna australiana – il capo dei Laburisti. L’alternativa di sinistra.

Per un puntiglio da dizionario etimologico, John Howard (che è il Presidente del Consoglio dei Ministri di Canberra ed è invece il capo dei Conservatori, ovviamente di destra) chiede di non dare la cittadinanza (anche i visti permanenti, suppongo) a chi non passa l’esame di Greco... anzi no, di Inglese.

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Io mi fermo a pensare. Mi sembra che abbiano ragione. Il test di Italiano forse dovremmo farlo fare anche noi. L’idea dei turisti che firmano l’adesione ai principi sembra forte, ma poi è anche un’idea coraggiosa che, in fondo, fa pagare solo l’Australia. L’Australia località turistica “etica”, come le banche alternative. Meno remunerativa perché dice no al denaro sporco.

Mmmmm però a me l’etica non mi ha mai entusiasmato. Sì, no, sì, no, sì, no... accidenti, sono indeciso!

E penso pensieri confusi e contraddittori.

Penso a come mi sembrerebbe se il Vaticano pensasse a fare qualche cosa del genere. Secondo i suoi principi.

Orrore: se siete divorziati anziché negarvi solo la santa comunione vi negheremo l’ingresso ai musei vaticani.

Penso a cosa penserei se facessi domanda di visto in Arabia Saudita e mi dicessero che no, il visto non me lo concedono, perché non sono puro per un qualsiasi motivo immaginato dalla fede mussulmana.

Penso a cosa penserei, penso alla mia ira se pensassero a negarmi anche solo un visto permanente per motivi ideologici.

Direi che sono barbari.

Barbari per negarmi il visto. Barbari per non rispettare il mio diritto a viaggiare.

No, ho fatto un corto circuito: do loro dei barbari in tutti i modi, se devo andare là io o se devono venire qua loro. Lo faccio perché sono sicuro che i miei “diritti umani” sono più veri delle loro leggi coraniche o bibliche o talmudiche.
Pericoloso. Il problema si sposta: chi ha ragione?

Scelgo la prudenza: l’idea di Beazeley non mi piace più. Ritorno in fretta a pensare che meno leggi, meno divieti ed un occhio flessibile sul bene e sul male sono una cosa buona.

Viva i barbari!

Abbasso i giudici, i poliziotti ed i dottori della legge!

1 commento:

Anonimo ha detto...

In sintesi il mio pensero.
D'accordo con te per quanto riguarda i visti turistici, ma assolutamente d'accordo con Kim Beazley per chi intende risiedere in uno Stato, anche solo per fini lavorativi. E per chi vuole la cittadinanza non basta neppure questo. Magdi Allam è arrivato a chiedere test sulla conoscenza della lingua italiana e dell'ordinamento politico, nonchè test psicologici per controllare che effettivamente il futuro cittadino condivida alcuni valori fondamentali su cui si poggia la nostra civilità: rispetto della vita umana, del'altro sesso, delle opinioni .... ben venga! Ma finchè la destra, che dovrebbe in teoria essere più attenta a questi problemi, arriva a proporre il voto agli immigrati dopo solo 2 anni di residenza, allora l'Eurabia profetizzata dalla Fallaci è proprio dietro l'angolo.

Mauro