martedì 11 luglio 2006

Campioni del mondo

Sì,, siamo Campioni del Mondo. E mi unisco alla gioia, ma con moderazione.

Ho visto Italia-Australia circondato di Australiani ubriachi, non senza ansia. Mi sono alzato a vedere Italia-Germania (alle tre di notte a casa mia!). Mi sono alzato a vedere Italia-Francia (alle due), ed il mio cuore trema a vedere i difensori dell’orgoglio nazionale in affanno nella “nostra” area di rigore. Trema quando la palla è sul dischetto, e quando il calciatore sferra il suo tiro e la palla beffa lo sforzo del portiere avversario.

E poi ieri mi sono letto le notizie, anche quelle – ed è cosa inconsueta davvero – della Gazzetta dello Sport, come un bravo emigrato.

Ma

Nel mio cuore italico c’è identificazione e pena per il povero Trézéguet. Abbraccio naturalmente gli sconfitti.

La testata di Zidane al povero Materazzi (mi sembra di aver capito) mi riempie di un fastidio per il gioco che va al di là del piacere, e mi porta alle labbra un sorriso sarcastico e amaro per tutti i commenti sul povero Zidane delle banlieaux, modello alla gioventù. Pena per le verità che si vogliono credere e dire per nobilitare poco nobili miserie umane, pena per la caduta. E mi sorprendo a pensare che il fastidio della zuccata di Zidane mi viene dal fatto che in realtà è con lui che per un momento mi identifico. Io, che mi sento così vicino al baratro, pronto a cadere, un giorno. Meritatamente, come tutti gli uomini.

E poi questa mattina mi sono guardato le notizie al telegiornale italiano, ho ascoltato le grida tese di gole roche, ho guardato le facce dipinte, ho pensato a me nell’Ottantadue, ho ascoltato le dichiarazioni del capo dello Stato.

Certo, la vittoria della Nazionale ci fa abbracciare il tricolore, rafforza lo Stato e la nazione italiana. Tutti con la coccarda sul petto oggi. Bene.

Penso, preso tra orgoglio e timore, chi sono, dove mi metto, dove mi vedo. Penso alla mia italianità confusa.

Esmeralda sa che Speranza – la nostra bambina – parlerà Italiano con papà. Non certo Inglese... perché la lingua è l’identità. Perché i versi delle poesie sono l’identità. Perché i pensieri lo sono.

Ma anche le grida sconnesse ed i ruggiti della folla. Ed il timore mi scuote.

Campioni del mondo... sorrido debolmente, contento e scontento.

Forza Italia!

7 commenti:

Anonimo ha detto...

CONGRATULATIONS ITALY, 2006 WORLD CUP CHAMPION!!!!!

Zedane's heabutt was a big, big mistake. On the one hand, it was a bad example for the young ones who stayed up till early morning to watch the game; on the other hand, it shows that if you are a great player, you will be out if rules are not followed. There are no excuses!!!
Now, the question is, 'What did Materazzi say to Zedane?' What was it that could not contain Zedane's anger and temper? It is sad to withdraw from a great game in such a manner!!!!! Go Italy!

Anonimo ha detto...

Visto che hai pensato a te nel 1982, potevi anche ricordare a tutti che allora avevi una gamba ingessata e che il gesso, come per magia, era diventato verde, bianco e rosso.
CAMPIONI DEL MONDO!!!!!

Mauro

Unknown ha detto...

Vero, vero... ti ricordi anche tu? :-)

Anonimo ha detto...

Speranza. Allora sapete già che è femmina!!! Bene bene. Ciao Farnia!

Anonimo ha detto...

On Language being Identity, Riddle:
I swear in Italian, I do business in English, I cuddle children in French, I alert to threat in German, I dream & read in all of the aforementioned, my spirituality is beyond language but if it needed one it would be Sanskrit (which I will learn after Hindi), I proffer my friendship in gestures & a collection of languages, my sensuality is in the 5 senses language and rarely in words. And the next person to offend me will get head butted because that is the right response on occasion as Zizou is proving to the world!
Who am I?

Unknown ha detto...

Molte volte – quasi sempre nella nostre storie ordinarie di vita quotidiana - dimostriamo le cose soltanto a chi ci crede già, con nebbie ed oscurità che nascondono le connessioni del ragionamento. Non importa, la filosofia vive nell’accademia, la “dimostrazione” serve per la vita: è una più o meno informata scelta di campo che può servirci ad orientarci nell’azione.
Così il Signor Zidane, a cui il mio cuore non dà il nomignolo affettuoso “Zizou” (e non credo che sia perché vive in Francia), “dimostra” qualcosa al pubblico d’oltralpe che non dimostra a me. Mio caro “anonimo”, a me questo signore dimostra che chi non conosce i limiti nel suo cuore, prima o poi non li rispetta. Anche se è un eroe nazionale. E pur sperando che le sue ferite di uomo guariscano in fretta e bene, spero anche che il pubblico di tutto il mondo non passi sopra alla sua zuccata come ad una scusabile marachella. Ancor di più perché l’ha compiuta sul palco, ancor di più perché è un campione e un modello, ancor di più perché si è preso un sacco di miliardi per essere stato lì.
Come non giustificherebbe un Vittore qualunque che, offeso, “zuccasse” contro lo sterno altrui, o picchiasse il volto della sua donna, o assestasse un pugno o qualunque altro colpo a chiunque, e per qualunque ragione che non fosse molto, ma molto più seria di una presunta offesa su un campo di calcio.

Anonimo ha detto...

You didn't aswer the question!! And you missed the point, I was commenting on language as identy.Who am I? you know me...