giovedì 4 maggio 2006

L'altra Australia

Visita ad una scuola. Un artista aborigeno dipinge con i ragazzi. Bellissimo lavoro. Parliamo insieme. Pranziamo insieme.

Quando sono venuto qui ero pieno di curiosità, mi ero letto qualche cosa, mi sembrava naturale scoprirli. Ma in quattro anni in questo Paese non ne ho mai davvero avvicinato uno. Li ho visti, magari ho scambiato frasi di circostanza, ma non mi è mai capitato di conoscerne uno da uomo a uomo, da persona normale.

Strano, ma non troppo. Nel Sudovest Australiano ce ne sono solo 10.000, persi in mezzo a un milione e mezzo di altra gente colorata in tanti modi. E stanno per i fatti loro, o si ubriacano nella pubblica via, o litigano. In ogni caso ci si avvicinano di rado.

E invece stavolta no: è venuto naturale. E mi ha raccontato la sua infanzia, i suoi diritti negati, le sue leggi negate. Fino ai suoi venti anni quando le cose hanno cominciato a cambiare.

Cominciato... e mai finito. Mai arrivati ad una soluzione soddisfacente, almeno agli occhi di questo uomo selvaggio e pacato. Un uomo intelligente.

E così mi ha lasciato con dei pensieri in testa. Pensieri che lascerò maturare per un po’ prima di dal loro la forma di parole.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

temo di dovermi ripetere: a questo proposito ti consiglio nuovamente la lettura della "controstoria del liberalismo" di domenico losurdo. ci sarà qualcuno che vi vende o ordina i libri italiani, in Australia: altrimenti c'è sempre internet.

Anonimo ha detto...

Perché selvaggio? Cos'ha che te lo fa definire così?
Dev'essere stata comq. un'esperienza intensa e molto interessante!...

Unknown ha detto...

Perche' lo e', ed e' anche orgoglioso di esserlo. O almeno perche' vorrebbe esserlo di piu' (omaggio alle intenzioni) ed e' spaventato che la sua gente "selvaggia" lasci la selva e diventi uno dei tanti gruppi umani con deboli radici che popolano questo paese. Una persona interessante.