venerdì 7 aprile 2006

Popoli oppressi

Caro Ciccio,

mi pare che la questione di israele sia poco, molto poco simile a questa. Oppure, se ci sono, le similitudini non sono nel senso che tu credi.

Dall'origine ad oggi ad Israele si negava (e si nega) il diritto di esistere. Perché quella costa, quella terra, quel medioriente, deve essere tutto arabo.

Ci sono volute molte guerre e molti arroganti attacchi finiti male per far mettere un po' la testa a posto a cattivi leader di popoli infervorati di nazionalismo panarabo.

Poi ovviamente ci sono problemi da risolvere. C'è il senso di insicurezza, la discussione su quello di cui c'è bisogno per essere certi della propria sopravvivenza di oggi e, possibilmente, di domani. C'è il bisogno di difendersi che porta anche a scelte dure. C'è la costruzione di una coscienza difficile, modellata dalla guerra, dal rancore. Anche per un grande popolo come il popolo di Israele non è facile capire... capire sempre. Capire che ancora, dopo quasi sessanta anni, l'autorità palestinese non riconosce il diritto di Israele di esistere in nessuna forma.

Il popolo palestinese è stato governato male e trascinato in una rovina di pericoli e di dolore che è durata troppo a lungo.

Ma visto che dall'altra parte c'è Israele e non un qualche altro paese di gente che va a scaricare i mitra in piazza per festeggiare la morte dei nemici o per lamentarsi di qualunque cosa, non è una rovina priva di speranza.

Chissà che anche Hamas non si renda finalmente conto della realtà delle cose e non faccia le cose giuste che è politicamente e moralmente tenuto a fare, come riconoscere il diritto all'esistenza di Israele. Poi vedrai che dopo un po' non ci sarà in zona nessuno che opprime nessun altro.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

e poi sarei io il fanatico fazioso?
il tuo post contiene tanti e tali errori (fattuali, storici, di prospettiva) che non vale la pena commentarlo.
anche perche'(se non erro) gli "attacchi arroganti" di cui parli li ha commessi Israele. nel 1956, nel 1967, chi ha sparato per primo? ti ricordo poi che chi ha per primo negato l'esistenza del popolo palestinese sono stati gli ebrei sionisti. "arabi" li chiamavano (e li chiami cosi' anche tu), perche' sostenevano che come "arabi" potevano avere tanta terra a disposizione, quella dei siriani, quella dei giordani, quella degli iracheni.
un domani verro' a casa tua con un bel pezzo di carta firmato da howard che mi dice che d'ora in poi io abito li' con te perche' e' un mio diritto morale. vediamo se la tolleranza ed il buonismo ti accompagneranno ancora.

Unknown ha detto...

Va bene, commenta se vuoi. Se non vuoi non commentare. La storia degli attacchi ad Israele e della negazione da parte dei governi arabi del suo diritto di esistere non è mica un mistero.

Unknown ha detto...

Basta un libro di storia o un po' di buona memoria.

Unknown ha detto...

Ma poi perché, si fa anche senza. Le ultime righe del tuo commento fanno pensare che tu stesso stia negando il diritto di Israele ad esistere. In un certo senso mi dai ragione.

Anonimo ha detto...

e' troppo facile.
in questo modo puoi sostenere il diritto ad esistere anche di Bin Laden. o forse vuoi negarne il diritto ad esistere?
il problema e' che israele non e' nato in un posto dove non c'era nessuno. non e' nato nel deserto del gobi (dove comunque, anche li', abita qualcuno). israele e' solo l'ultima (o la terzultima, se includiamo iraq e afghanistan) colonia dell'occidente in terra araba. e' il primo atto di "ignoranza" politica e strategica degli Americani (ce ne sara' una lunga serie dopo). e' l'aborto perverso dell'ideologia nazista, delle catastrofi di auschwitz e treblinka. gli israeliani non erano un popolo. prima di hitler c'erano gli ebrei, ma in gran parte si sentivano polacchi, francesi, tedeschi. va' a chiedere ad un ebreo americano se non si sente americano. poi c'è stato il nazismo: è da lì che nasce prepotente la vittoria del sionismo (che è una forma di nazionalismo razzista di fine ottocento ed inizio novecento). jablotinski (il maestro di sharon) docet, ed i suoi tentativi di allearsi con i nazisti negli anni Trenta lo testimoniano (questa è storia: leggiti zeev sternhell e benny morris, che sono ovviamente israeliani. leggiti noam chomsky, che ovviamente è ebreo).

Anonimo ha detto...

temo che la tua frustrazione derivi dal fatto che non ti puoi trasferire in israele, a fare il colono in qualche kibbutz (costruito illegalmente in cisgiordania o attorno a gerusalemme). non ti ci vorrebbero. perché per risedere in israele ci vuole la patente di ebraicità. un po' come a johannesburg soltanto venticinque anni fa: quando gli americani consideravano l'ANC un'organizzazione terrorista e mandela era segregato in carcere come tanti prigionieri palestinesi oggi.

Unknown ha detto...

Chiaro Ciccio, chiaro... se questa è la tua lettura Israele non ha diritto ad esistere. Per me ce l'ha. E visto che molti glielo negano, come succede anche ad altri popoli, fa anche bene a difenderselo.