domenica 19 marzo 2006

Accidenti, che dormita!

Eccolo l'uomo attivo, indaffarato... venerdì sera fino all'una a fare gli esami ai miei amici/studenti. Ieri in barca, a fare immersioni, a caricare e scaricare bombole: a correre, a correre, a correre...

Ero entrato in una specie di trance, un po' staccato dalla realtà. La realtà abbandonata per i fatti suoi a pochi metri da me, ed io a rollare come una barca ormeggiata nelle onde.

E non solo io. Esmeralda, il mio Divemaster, si è addormentata sulla seggiola mentre spiegavo ai miei poveri studenti come compilare il logbook nel tardo, tardissimo pomeriggio.

Ma poi alle sette ero a casa. Ho mangiato un po' d'uva fredda dal frigo, ho fatto una doccia calda e sono andato a letto. Erano le sette e mezza? Le otto meno un quarto? Non so di preciso. Ma adesso sono le sette e mezza di mattina e mi sono alzato apposta per scrivere un post ma sarei rimasto ancora a letto.

Ventiquattro ore di sonno! E il mio corpo è tenero, dormiente, soporifero. Nei muscoli (a parte il polpaccio che mi fa male, benedetto Voltaren) un senso di vuoto, quasi un formicolio da tanto sono abbandonati a se stessi. Che quasi faccio fatica a premere i tasti del mio computer e mi lascerei ricadere sul letto. Se potessi.

Invece mi godo il piacere intenso dello sforzo di tornare in vita dal lungo sonno e andrò a bermi un caffé.

Alle Otto e mezza si ricomincia. Viva l'Oceano!

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