domenica 10 luglio 2005

Pensieri sulla bomba e sullo spirito di comprensione

Olimpiadi a Londra. Bomba a Londra.
L’Occidente non ha un’opinione chiara. È quasi come se esitasse, per pudore, a sapere troppe verità. O per una colpa antica. Una colpa presunta.
Mmmm... Chi lo sa? Certo le ragioni della storia sono complesse e sarebbe naive pretendere di essere “i giusti”. Giusti, siamo tutti e nessuno.
Ma chi mette le bombe nelle stazioni e' un assassino, e lo rimane anche quando ha qualche buona ragione dalla sua parte(e chi non ne ha?). È un problema di definizioni. Ed e' pericoloso giustificarlo.
Oh, certo, certo... È giusto che cerchiamo di capire. È intelligente. E per di più “capire” è davvero indispensabile per muoversi nella realtà con successo, non solo per il gusto di essere equanimi. In molti cerchiamo di capire. E non e' mica facile.
Perché poi quando diciamo “capire” dobbiamo ammettere che qualche buona ragione c’è da tutte le parti. E allora “capisco” capisco le frustrazioni musulmane legate ad un secolo di predominio occidentale dopo il crollo dell’Impero Ottomano, capisco le tensioni che derivano dalla ineguale distribuzione di ricchezze che rende più poveri i poveri e più ricchi i ricchi (soprattutto nei Paesi del Medioriente, mi pare), capisco che la grande tradizione culturale musulmana si trovi spiazzata di fronte al mondo contemporaneo e faccia qualche scintilla, capisco che nell’immaginario Arabo le terre che sono state arabe una volta debbano essere arabe e solo arabe per sempre (con buona pace delle speranze ebraiche). Capisco che la mancanza di libertà e di democrazia non aiuti ad incanalare i pensieri e le ragioni verso strade riformatrici, e che faccia venire una febbre in profondità che aspetta solo di sfogarsi con una eruzione di rabbia. Capisco che sentire che un branco di superficialoni pieni di hamburger e patatine disprezza la tua cultura ferisca profondamente l’anima. E amo questa gente.
Ma poi cerco anche di capire le ragioni dell’opinione pubblica occidentale: le sue paure cultural-demografiche-economiche e democratiche. Ragioni forti al punto da farle accettare una guerra che forse non produce nessun vantaggio. Forse.
E poi capisco anche cosa spinge alcuni israeliani ad opporsi alla politica di mediazione di Sharon. Capisco la paura, la cultura, i sogni ed il lungo cammino fatto per costruire le proprie case che oggi devono essere abbandonate. Capisco anche le ragioni dei violenti che esistono in queste comunità che lottano per sopravvivere. Li capisco, e NON sono dalla loro parte.
Ho cercato anche di capire quando qualche anno fa uno studente ha ucciso Rabin, ed il Signor Goldstein (se ricordo bene) ha sparato in una moschea uccidendo un bel po' di gente. Avranno avuto le loro ragioni anche loro.
Ho cercato... e non ho mica capito abbastanza bene per giustificarli. Ma ho scoperto due cose: la prima è che in fondo in fondo a me chi spara sulla gente non piace mai molto e che non spenderò energie per difendere cause cha difendono già altri con il kalashnikov (supponiamo che si scriva così).
La seconda è che la Storia non ha i miei gusti, e che a volte le cose andando avanti danno ragione alle bombe. Sganciate dalle formiche rosse o dalle formiche nere, ancora non si sa. E così la gente che ha imparato dal passato non esita, a turno, a mostrare i muscoli.
Insomma, io nei mostri non ci credo, e neanche nella eterna colpevolezza dell’Occidente. C’è un dramma sulla scena, in cui ci saranno vincitori e vinti. E dalla parte dei vinti non ci vuole stare nessuno. E a fianco degli attori principali c’è un coro che riflette e moraleggia. E ci sono dentro io, e tutti noi. E forse è proprio il coro quello che determina le linee generali del copione.Con un po’ di pazienza e di tempo.

3 commenti:

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