domenica 24 febbraio 2013

A Noi!

Direi che è il modello della identità interpretata come confine chiuso che non è più applicabile nel mondo globale. Questa idea del noi e del loro come se fossimo due cose distinte.
La Nazione! La Bandiera! il nemico! L'identità che non può che essere esclusiva. L'uomo molecola di un organismo naturale che conta - lui solo - più di tutto e di tutti. La razza! L'etnia! Il Dio geloso!
Io non lo so se queste cose fanno ridere solo me. Non credo.
Mi sembra che il solo fatto di alzarci tutti i giorni in un mondo in cui ci si sposta, in cui ci si conette (e chi non lo fa paga pegno),  in cui si incontrano persone, lingue e pensieri, dovrebbe essere un vaccino che ci immunizza dal rischio di una identità sul tipo "sono al centro della terra", anzi "IL centro dell'universo"!
Io mi sento al centro di una rete di insiemi identitari che si intersecano in mille modi e non conoscono esclusività. In ogni insieme ci sono con qualcun altro. Con tutti gli esseri umani condivido l'appartenenza ad almeno un insieme. I confini stessi di ciascun insieme sbiadiscono al sole e si nascondono sotto i contorni di altri insiemi che assumono per qualche motivo una maggior importanza temporanea. E allora i noi chi sarebbero? I Montecchiesi? I Reggiani? I Ravennati? Gli Emiliani? Gli Australiani? Gli Italiani? Gli Argentini? I maschi? I nati nel 1961? Quelli che portano gli occhiali? I marinai? Quelli che dirigono scuole? Quelli che non votano Berlusconi? Quelli che amano il lambrusco della Cantina Due Torri?
Mi viene da ridere quando qualcuno dice NOI come se dicesse qualcosa di importante per indicare che fuori dal confine ci sono i "non noi". Alcune volte anzi mi viene da piangere; dipende dalle circostanze.
Quando l'autorevole G.W.F. Hegel sembrava essere certo che lo Spirito Assoluto avesse dato il meglio di sé nel suo studio filosofico dell'Università di Jena, si sbagliava ma magari ci si poteva fare un pensiero sopra. Quando la stessa presunzione viene condivisa da un gruppo di ragazzotti che si sentono tanto furbi sorseggiando prosecco al pomeriggio in un qualunque bar del nord Italia, forse vale la pena di prendere la distanze.

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