sabato 28 gennaio 2006

Caro Ciccio,

non so quale sia l'ultima frase di Pertini di cui parli. Nel tuo precedente commento l'ultima frase chiaramente identificabile è lunga e contiene un sacco di cose che dubito Pertini abbia detto.

Ad ogni modo, gioire per il dolore, o per la morte di un uomo è barbaro, chiunque sia l'uomo. Gioirne pubblicamente è un po' ripugnante. Questo vale anche per le manifestazioni di giubilo collettive, in piazza. Anche in quei casi in cui la morte può, immaginiamo, avere conseguenze positive, può apparire necessaria ai nostri occhi piccolini e un po' miopi. Il popolaccio gioisce. Spara in aria con i fucili e brucia bandiere. Abbatte statue. Guarda "le torri alte" cadute, i loro corpi appesi a testa in giù nelle piazze e si sente saggio.

Chissà chi ha ragione... questi "moralismi"forse non valgono proprio il tempo speso per scriverli. Ma un'estetica - se non una morale - dobbiamo pure averla.

Per altro, ti riporto di seguito l'unico commento che mi sembra di aver fatto sulla morte di Arafat. Ti sbagli... mi sembra siano parole dure ma rispettose. E lo scriverei più o meno così anche oggi.

E' morto Yasser Arafat. O quasi morto.L'uomo che piu' di ogni altro uomo ha creato l'identita' del popolo palestinese e ne e' stato il simbolo vivente. Il capo politico che ha guidato per mezzo secolo la guerra per la distruzione di Israele, che ha avversato l'anomalia dell'esistenza di un'enclave non mussulmana in Medio Oriente. Uno dei padri del "terrorismo moderno", artefice di massacri a scuolabus colmi di bambini, ad atleti alle Olimpiadi, a ristoranti, bar, aerei, paralitici in carrozzella su navi crociera...L'uomo che ha saputo in qualche momento della sua vita parlare con i suoi nemici. Un dialogo pieno di interesse e di realismo, come si fa nella politica. Ma quanto lo abbiamo "amato" in quegli anni in cui la pace sembrava possibile !L'uomo che quando ha intravisto una vittoria piu' completa di quello che sperava ha scommesso tutto, ha cercato di forzare la storia. Ed ha perso, condannando il suo popolo alla guerra eterna, alle miserie, ai lutti.Chi lo sa. Credo che la storia lo abbia condannato. Il fallimento e' la condanna piu' grande. Ma siamo ancora cosi' vicini che e' difficile capire. Requiem aeternam dona eis Domine. Pace anche all'anima sua.

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